Spazia trasloca, o meglio riprende il progetto avviato nel 2002, di trasferirsi in una dimora storica straordinaria, Villa Paleotti Isolani a Minerbio (BO), ricca di importanti affreschi (Cesare Baglioni, Ludovico Carracci) per riprendere un dialogo tra passato e contemporaneo. Una stagione iniziata con mostre Alighiero Boetti e Robert Mapplethorpe, che aprivano una novità nel panorama artistico nazionale, stagione poi interrotta per rimanere nella sede storica di Spazia di Via dell’Inferno a Bologna.
Gli artisti rimangono gli stessi, il DNA della galleria legato all’astrazione italiana anni Sessanta e Settanta è lo stesso, anche nel confinamento tra i linguaggi e le aperture agli artisti protagonisti degli anni Novanta, con aperture verso linguaggi differenti, come la fotografia.
Recentemente la galleria ha già preso una strada più ecclettica, come è giusto che sia, in cui la pittura di Montesano ormai storicizzata si avvicina a classici come Mannucci. In ogni caso il progetto legato alla scultura ritrova una continuità. Ma soprattutto si instaura un dialogo tra presente e passato, il contemporaneo trova una villa-museo ad accoglierla, aprendo una prospettiva differente anche per la proposta culturale.
La prima mostra sarà presumibilmente a fine settembre, All’Ombra dei Carracci, e vedrà esposte opere degli artisti più significativi dei 45 anni di storia di Spazia: dal Gruppo Forma 1, alla Pittura Analitica, al Cinetico, con un particolare focus sulla scultura italiana, sino a Boetti e De Dominicis.